Al termine del ciclo di Radioterapia presso l’Ospedale “Maria Paternò Arezzo” di Ragusa Ibla, il signor Emanuele Bellio ha donato un’opera pittorica al reparto diretto dal dott. Vincenzo Barone: si intitola “Mani” ed è un dipinto realizzato da lui stesso con la tecnica dei pastelli su carta.
“La consapevolezza di paziente oncologico mi ha portato alla maturazione di una sensibilità peculiare che associa la contezza del rischio e le aspettative sull’efficacia delle terapie, stabilite e attuate dai Sanitari. Ad essi ho posto la fiducia fervida del paziente”, ha scritto Bellio nella sua lettera di ringraziamento. “Al termine della radioterapia, ritengo giusto dare atto della professionalità, della gentilezza e della cortesia con cui tutto il personale del reparto ha svolto il proprio servizio. Questo riconoscimento, a mio avviso, assume un particolare valore nel contesto del Servizio Sanitario Pubblico".
“È con questo spirito - conclude il signor Bellio - che desidero esprimere la mia riconoscenza tramite un segno tangibile, costituito dalla donazione di una mia opera pittorica realizzata nel corso della terapia. In essa ho voluto essenzializzare il rapporto profondamente umano tra paziente e medico. È su questo criterio di giudizio che confido nell’accettazione della donazione”.
“La consapevolezza di paziente oncologico mi ha portato alla maturazione di una sensibilità peculiare che associa la contezza del rischio e le aspettative sull’efficacia delle terapie, stabilite e attuate dai Sanitari. Ad essi ho posto la fiducia fervida del paziente”, ha scritto Bellio nella sua lettera di ringraziamento. “Al termine della radioterapia, ritengo giusto dare atto della professionalità, della gentilezza e della cortesia con cui tutto il personale del reparto ha svolto il proprio servizio. Questo riconoscimento, a mio avviso, assume un particolare valore nel contesto del Servizio Sanitario Pubblico".
“È con questo spirito - conclude il signor Bellio - che desidero esprimere la mia riconoscenza tramite un segno tangibile, costituito dalla donazione di una mia opera pittorica realizzata nel corso della terapia. In essa ho voluto essenzializzare il rapporto profondamente umano tra paziente e medico. È su questo criterio di giudizio che confido nell’accettazione della donazione”.
